lunedì, dicembre 18, 2006
A little bit[ter] harder

So che normalmente i nostri post battutari sono improntati non voglio dire sul politically correct ma almeno sulla pulizia linguistica.
So anche che nel 98% dei casi trattiamo solo materiale autoprodotto.
Mi rendo conto che, inoltre, da ormai molto tempo il blog langue.
Vediamo di sfatare tutte queste facile congetture.

Per voi [e per noi] tre sparate memorabili più o meno fresche:

First.
Raffo: "A marì me rode er culo..."
Marino: "E vabbè, te devi carmà'..."
Raffo: "Ma 'nfatti... tanto è inutile che me faccio er sangue amaro... mica ce faccio l'aranciata".

Next.
Marino, Raffo and 2 friends in Trastevere.
Marino: "Entriamo qua?"
Friend 1: "No, qua non se fuma"
Marino: " Allora là?"
Friend 2: "No, là non c'hanno da bere"
Marino: "Allora andiamo a quel pub laggiù??"
Friend 1: "No, là se te fai le canne, fuori rompono le palle"
Marino: "Cercamo un Sert??".

Last.
Questa è una cover, linguaggio sporco, humor che non ci è proprio e stranamente si svolge in assenza di Lucz e Marino.
Riporto perchè voglio schierarmi contro i facili razzismi glottolinguistici che affliggono la società odierna.

Contestualizziamo:
Ieri sera mi trovavo a suonare in un noto locale poco fuori Roma. Preconcerto, musicanti preparano, lavoranti sistemano le sedie. Una delle suddette sedie rimane capovolta sul tavolo dove siamo seduti io e la ragazza del chitarrista, in attesa del soundcheck. La sedia è quindi l'unica rimasta ancora appoggiata con la seduta sul tavolo, le quattro gambe rivolte al soffitto:

Cameriera: "Questa la lasciamo così?"
Raffo: "Ci piaceva come ornamento, pare un vaso de fiori..."
Cameriera: "Se, ma ce sta comodo solo uno co 4 buci de culo".

Se riuscite a figurarvi la nochalance da principessa ereditiera con la quale la signorina ha pronunciato la frase, potete capire la standing ovation che i 14 musicisti presenti hanno rivolto alla formidabile battutista.

Mi viene in mente ora un'altra perla della ragazza di cui sopra.
Stessa location, giusto 10 minuti dopo.
Gironzolando tra i tavoli nel sistemare le prenotazioni, la cameriera-cabarettista [sembra tautologico ma non lo è] nota a terra un mucchietto di spazzatura, evidentemente dimenticato dalla signora delle pulizie. Dopo aver guardato dritto in faccia chi di noi era là attorno [incredibile, quando capitano ste cose mi trovo sempre nei paraggi], assume il tipico sguardo di chi sta per dirne una, un occhio semichiuso e l'altro sopracciglio ben rialzato con tanto di sorrisetto sardonico, ed apre il fuoco.

Cameriera: "Aridaje. Alla tizia della mattina je piace proprio lasciacce l'autografo quanno pulisce..."

Si volta e se ne va.
Gente del mestiere, alziamo le mani.

Massimo rispetto per chi lavora e si fa quattro serie risate.
 
posted by Raffo at 1:25 PM | Permalink |


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