sabato, dicembre 30, 2006
L'erba cattiva non muore mai

Il mio 'daimon' socratico non mi lascia mai in pace.

- Gioia: Tieni! [porgendo un pupazzo carino presso di lui]
- Dàimon: Smettila di fare cose che fanno piacere a te e di raccontarti che piacciano agli altri.

Fine.

Morale:
Anche se si mostra sotto spoglie da nonnina di cappuccetto rosso, l'Anticristo è sempre l'Anticristo.
 
posted by giò at 11:35 PM | Permalink | 0 comments
mercoledì, dicembre 20, 2006
Libera nos a malo
Io odio Winnie the Pooh.
Odio anche i suoi amici.
Non capisco come si possano avere in simpatia un gruppo di animali parlanti, quasi certamente dediti all'eroina, che vivono in un bosco dando sfogo a tutte le loro paturnie.
Winnie in primis è chiaramente un concentrato di problematiche a dir poco inquietanti.
E'un orso giallo ittero, bulimico, con un top rosso e la voce da parroco pederasta.
Ostenta tenerezza ed innocenza ma in realtà la notte guarda i canali porno sadomaso su Sky.
Secondo per ordine di importanza: Tigro.
Tigro purtroppo non si è più ripreso dai favolosi anni '70 in cui si prendeva la chetamina e ascoltava i Pink Floyd; salta sulla coda ed ostenta un'allegrezza ebete che farebbe venir le bolle anche a suor Germana.
IH-OH: Asino depresso e narcolettico di colore blu, già ad un primo sguardo risulta portatore sano di demenza.
Parla ad una lentezza sesquipedale, chiede scusa in continuazione senza che ce ne sia motivo e ha la coda 'attaccata' al di dietro con una puntina! Siamo folli?
Pimpi: è un armadillo fucsia , assolutamente gay, che, lungi dall'effettuare un ben più onesto coming-out, si cela dietro buone maniere da vecchia carampana.
Intanto, quando nessuno lo vede. si mette la parrucca, i tacchi e va in giro a ghermire gli animali del bosco.
La cricca di mentecatti, non paga di ciò, tiene in ostaggio la mente del povero Christopher Robin, bambino innocente, soggiogato dal morboso orso giallo che lo ingozza di miele da mane a sera candidandolo inesorabilmente ad un futuro da diabetico.
Poi non ci lamentiamo se gli adolescenti di domani per sballarsi berranno la soda caustica.
 
posted by giò at 5:55 PM | Permalink | 2 comments
Fenomenologia del fenomeno, che sono io

Ho sempre evitato, non troppo accuratamente, di raccontare aneddoti spiritosi sul mio lavoro serale, quello del cameriere.
Questa volta, però, non posso esimermi, data la gigantezza della discussione.

Si presentano stasera, verso le 22.30, tre persone. Sono figlio, padre e nonno, meridionali.
Mi interesso a loro quando, raccogliendo dei piatti vuoti, sento il nonno dire "...lontano dallu culu miu, va 'n culu a Sant'Antonio dellu Culu". Un apostolo.
Sorrido, continuo a lavorare.
La serata sta per finire e nel locale sono rimasti solo loro. Il padre mi chiama:

- Padre: "Amico...amico..."
- Luca: "Dimmi"
- P.: "Senti...siccome questo personaggio qui è un personaggio[e indica il nonno], e noi siamo qui a Roma con la macchina, non è che conosci un n....a....b....?"
- L.: "Cosa?"
- P.: "Un n...a...leb!"
- L.: "Scusami, ma non capisco"
- P: [sussurrando] "Un night club..."
- L.: "Ascolta, non sono molto pratico ma so che dalle parti di Via Veneto ce ne sono parecchi. Certo, ci vogliono diversi soldi..."
- P.: "Noi abbiamo 2000 euro. Pensi bastano per...[e con la mano fa il gesto dello stantuffo]?"
- L.: "Non so, non sono pratico di tariffe"
- P.: "E come mai? Cosa avrai? 25 anni? E a 25anni non sei pratico di tariffe...".
 
posted by lucz at 1:03 AM | Permalink | 0 comments
lunedì, dicembre 18, 2006
Foto e strade













Giorni fa. Casa di Luca.

Coinquilina di Luca [già apparsa tra queste righe] e Raffo.

Chiacchierano amorevolmente davanti alla scrivania della suddetta.

Raffo: "....perchè tieni tutti 'sti santini davanti al monitor del pc?"
Coinquilina: "Non so' santini, quelle sono opere di Caravaggio, e le mie fototessere le colleziono per sapere da dove vengo, dove sono, dove sto andando..."
R: " ...allora mettece un TuttoCittà."
 
posted by Raffo at 2:15 PM | Permalink | 1 comments
A little bit[ter] harder

So che normalmente i nostri post battutari sono improntati non voglio dire sul politically correct ma almeno sulla pulizia linguistica.
So anche che nel 98% dei casi trattiamo solo materiale autoprodotto.
Mi rendo conto che, inoltre, da ormai molto tempo il blog langue.
Vediamo di sfatare tutte queste facile congetture.

Per voi [e per noi] tre sparate memorabili più o meno fresche:

First.
Raffo: "A marì me rode er culo..."
Marino: "E vabbè, te devi carmà'..."
Raffo: "Ma 'nfatti... tanto è inutile che me faccio er sangue amaro... mica ce faccio l'aranciata".

Next.
Marino, Raffo and 2 friends in Trastevere.
Marino: "Entriamo qua?"
Friend 1: "No, qua non se fuma"
Marino: " Allora là?"
Friend 2: "No, là non c'hanno da bere"
Marino: "Allora andiamo a quel pub laggiù??"
Friend 1: "No, là se te fai le canne, fuori rompono le palle"
Marino: "Cercamo un Sert??".

Last.
Questa è una cover, linguaggio sporco, humor che non ci è proprio e stranamente si svolge in assenza di Lucz e Marino.
Riporto perchè voglio schierarmi contro i facili razzismi glottolinguistici che affliggono la società odierna.

Contestualizziamo:
Ieri sera mi trovavo a suonare in un noto locale poco fuori Roma. Preconcerto, musicanti preparano, lavoranti sistemano le sedie. Una delle suddette sedie rimane capovolta sul tavolo dove siamo seduti io e la ragazza del chitarrista, in attesa del soundcheck. La sedia è quindi l'unica rimasta ancora appoggiata con la seduta sul tavolo, le quattro gambe rivolte al soffitto:

Cameriera: "Questa la lasciamo così?"
Raffo: "Ci piaceva come ornamento, pare un vaso de fiori..."
Cameriera: "Se, ma ce sta comodo solo uno co 4 buci de culo".

Se riuscite a figurarvi la nochalance da principessa ereditiera con la quale la signorina ha pronunciato la frase, potete capire la standing ovation che i 14 musicisti presenti hanno rivolto alla formidabile battutista.

Mi viene in mente ora un'altra perla della ragazza di cui sopra.
Stessa location, giusto 10 minuti dopo.
Gironzolando tra i tavoli nel sistemare le prenotazioni, la cameriera-cabarettista [sembra tautologico ma non lo è] nota a terra un mucchietto di spazzatura, evidentemente dimenticato dalla signora delle pulizie. Dopo aver guardato dritto in faccia chi di noi era là attorno [incredibile, quando capitano ste cose mi trovo sempre nei paraggi], assume il tipico sguardo di chi sta per dirne una, un occhio semichiuso e l'altro sopracciglio ben rialzato con tanto di sorrisetto sardonico, ed apre il fuoco.

Cameriera: "Aridaje. Alla tizia della mattina je piace proprio lasciacce l'autografo quanno pulisce..."

Si volta e se ne va.
Gente del mestiere, alziamo le mani.

Massimo rispetto per chi lavora e si fa quattro serie risate.
 
posted by Raffo at 1:25 PM | Permalink | 0 comments